Cambiano i governi non le politiche
I medici del Servizio sanitario nazionale sono pronti allo sciopero contro il blocco dei contratti. Le organizzazioni sindacali hanno dichiarato lo stato di agitazione delle categorie interessate e, nel rinviare agli organismi statutari le ulteriori iniziative di protesta, non hanno escluso lo sciopero nazionale. La nota intersindacale ribadisce che «i medici, i veterinari, i dirigenti sanitari, amministrativi, professionali e tecnici, dipendenti del Ssn bocciano l'estensione al 2014 del blocco della contrattazione nazionale e aziendale in vigore dal 2009». Evidentemente, il tempo accordato al nuovo governo per smarcarsi dalle decisioni prese dagli esecutivi precedenti sta scadendo: &laq uo;cambiano i governi - scrivono infatti i sindacati - ma non le politiche. Dopo Tremonti e Monti, anche le larghe intese non sanno resistere alla coazione a ripetere di prendere di mira servizi pubblici e servitori dello Stato con cronometrica puntualità». La conferma del blocco contrattuale viene definita «un esproprio governativo di un diritto costituzionale». Perdita del potere di acquisto delle retribuzioni, erosione dei fondi contrattuali, peggioramento dei requisiti previdenziali e imbarbarimento delle condizioni di lavoro: oltre a queste denunce, i sindacati accusano esplicitamente il governo di voler «minare alle fondamenta la sanità pubblica, malgrado una spesa inferiore alla media Ocse», con il risultato che, in tutte le Regioni, i cittadini saranno costretti "a pagare caro e pagare tutto" per essere curati. Una piena adesione allo stato di agitazione è giunta dal Sindacato dei medici italiani (Smi), il cui Consiglio nazio nale si è riunito lo scorso fine settimana a Pomezia. Il segretario generale Salvo Calì ha chiesto «l'apertura immediata delle trattative per il rinnovo di contratti, ma anche delle convenzioni. Bisogna, poi, archiviare la menzogna della riorganizzazione delle cure primarie senza risorse, come prospettata dall'ex ministro Balduzzi, serve una nuova stagione di dialogo con i sindacati, con tutti, senza esclusioni, per costruire una sanità moderna, con medici valorizzati e non umiliati economicamente e professionalmente».